Benvenuti nel sito di Giuseppe Pungitore, dell'ing. Vincenzo Davoli, di Mimmo Aracri ed Antonio Limardi, punto d'incontro dei navigatori cibernetici che vogliono conoscere la storia del nostro meraviglioso paese, ricco di cultura e di tradizioni: in un viaggio nel tempo nei ruderi medioevali. Nella costruzione del sito, gli elementi che ci hanno spinto sono state la passione per il nostro paese e la volontà di farlo conoscere anche a chi è lontano, ripercorrendo le sue antiche strade.

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      Il Cavaliere della Repubblica Italiana Anna Petruzza

La 90enne “mammineja” di Briatico insignita del riconoscimento da parte del presidente Sergio Mattarella su proposta del presidente del Consiglio Giuseppe Conte


Il prefetto di Vibo Valentia, Francesco Zito, ha consegnato la pergamena con l’onorificenza conferita dal Capo dello Stato alla signora Anna Petruzza in ragione delle sue particolari benemerenze su proposta del presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, e sentito il Consiglio dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Per più di trenta anni ha svolto il ruolo di ostetrica in tanti paesi facendo nascere “in casa” centinaia e centinaia di bambini in molte realtà prive di ospedali pubblici o cliniche private, con scarsissimi mezzi di trasporto e strade davvero precarie o del tutto inesistenti. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito una delle onorificenze più prestigiose e ambite, quella di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.Oggi Anna Petruzza è una ostetrica in pensione, 90 anni compiuti, la si vede camminare per le strade di Briatico dove viene riconosciuta da tutti come 'a mammineja, la mammina, la levatrice del paese. La sua esile figura, la sua eterna dolcezza e pacatezza nasconde tanta umanità, una storia personale affascinante ed avventurosa che merita di essere raccontata. Nata a Caraffa il 26 aprile del 1928, figlia di umili contadini, Anna Petruzza la sua professione la deve ad una insegnante di scuola elementare che, vedendola passare davanti alla scuola, le disse «Anna perché non vieni a scuola?». Lei andò a casa, domandò la stessa cosa a suo padre che, preso dagli scrupoli, la iscrisse subito. Cominciò a frequentare la scuola elementare che, allora, non era obbligatoria, era il lontano 1935. Anna Petruzza conseguì la licenza media a Catanzaro e si iscrisse successivamente al corso di ostetrica presso l'ospedale civile, nel 1945. Il padre, per portale il necessario, percorreva a dorso d’asino il tragitto tra Caraffa e Catanzaro, in quel tempo non esistevano collegamenti adeguati. Dopo tre anni di corso Petruzza consegue il diploma di ostetrica, era il 15 giugno del 1948, subito dopo si iscrive all’ordine delle ostetriche. La sua prima esperienza da ostetrica la vive a soli 19 anni, quando ancora non era diplomata, a Caraffa, nel proprio paese, chiamata a sostituire una collega assente. Da diplomata esercita per due mesi a Conflenti dove fa nascere un bambino in un casolare di campagna, al buio, perché si era spenta la candela. Poi la chiamata da Briatico, il 5 settembre del 1948, per sostituire l’ostetrica titolare, ormai anziana e alle soglie della pensione. Quando arriva a Briatico Anna Petruzza ha solo 20 anni e svolge la professione su tutto il territorio comunale ed anche fuori comune, a Porto Salvo, nei comuni di Cessanti e Zambrone, in sostituzione delle ostetriche assenti. Alcuni paesi, in quel tempo, non erano ancora collegati da strade, pertanto Petruzza era costretta a raggiungerli a piedi, attraversando percorsi accidentati, mulattiere, stradine sterrate, fiumare, torrenti e campagne. Il suo mezzo di trasporto spesso era una bicicletta, si faceva luce con le lanterne, percorreva anche la linea ferrata per raggiungere i caselli ferroviari, sotto la pioggia, con il freddo ed anche in piena notte. «Una volta - racconta Anna Petruzza - nel percorrere una mulattiera per raggiungere Paradisoni, mi si sono rotte le scarpe e ho dovuto sistemarle alla meglio con dello spago. La perdita di tempo non mi ha permesso di assistere la partoriente che, nel frattempo, aveva già dato alla luce il bambino con l’aiuto di un'amica. Quando riuscì a raggiungere il luogo del parto il bimbo aveva ancora il cordone ombelicale attaccato». A Briatico, nel 1949, Petruzza conosce un uomo, è Filippo Borello della vicina Favelloni di Cessaniti, che diventerà poi suo marito. Borello era un grande lavoratore, un commerciante e produttore di olio di oliva, si occupava della raccolta e della macinazione delle olive. Con Filippo si sposerà il 12 agosto del 1950, con lui avrà quattro figli, tre maschi ed una femmina, Antonio, oggi purtroppo scomparso, Fortunato, Giuseppe e Caterina. «A Briatico - ricorda - il primo parto è avvenuto sette giorni dopo il mio arrivo, nel 1948 e gli ultimi nel 1979, poi arrivò il tempo dove le partorienti preferivano far nascere il proprio bambino in ospedale. I luoghi delle nascite erano spesso casolari di campagna, poveri, disagiati e molto modesti». La Petruzza ricorda ancora che «in una casa povera una donna aveva dato alla luce un bambino sorretta da un sacco di grano. In più di trent'anni a Briatico, in alcune famiglie, ho fatto nascere padri, figli e nipoti. Quando a Briatico sono arrivati i militari per i disordini di Reggio Calabria, una signora che abitava a Pordenone era tornata per partorire nel proprio paese». Dopo la nascita della bambina erano sopraggiunte gravi complicazioni e la mammineja Anna, resosi conto del pericolo di vita a cui poteva andare incontro la partoriente, oggi ricorda: «sono intervenuta per arrestare una emorragia in atto ed ho chiesto aiuto ai militari per un medico ed un mezzo per trasportarla in ospedale. I militari si sono resi disponibili con un ufficiale medico e fornendomi una jeep con la quale hanno trasportato in ospedale la partoriente. La paziente si è salvata ed il reggimento ha regalato alla bambina una collana d'oro, era il 1970». Alla sua pensione è stata premiata con la medaglia d’oro dall’Ordine delle Ostetriche di Catanzaro. Due anni fa il presidente dell’Associazione Briatico nel Mondo, Angelo Melluso, l’aveva voluta a Milano come ospite d’Onore e per premiarla a nome dei tanti briaticesiemigrati. Oltre all’attività di ostetrica 'a mammineja, donna instancabile e piena di energia, ha avviato, insieme a suo marito e ai suoi figli, altre due attività: un forno per la produzione di pane e la gestione di un ristorante, negli anni in cui Briatico pullulava di turisti ospiti dei numerosi campeggi e villaggi presenti sul territorio.
Franco Vallone

 

          Il nuovo libro di Giuseppe A. Garrì:
“Raffaele Lombardi Satriani – Frammenti dell’opera Biblioteca delle Tradizioni Popolari Calabresi”

San Costantino di Briatico

Affinché gli eventi passati non cadano nella dimenticanza e le imprese grandi e meravigliose, compiute sia dai Greci che dai Barbari, non rimangano senza gloria…”.Il nuovo libro di Giuseppe A. Garrì, dal titolo “Raffaele Lombardi Satriani – Frammenti dell’opera Biblioteca delle Tradizioni Popolari Calabresi”, traccia un percorso dell’opera del grande demologo calabrese. Il lavoro di Garrì è una sorta di recupero di un filo rosso nell’ambito degli studi demologici di Raffaele Lombardi Satriani, e, per come lo ha definito l’antropologo Luigi M. Lombardi Satriani, nipote di don Raffaele,nel suo scritto di presentazione,“il volume di Garrì è un itinerario critico, acuto e affettuoso”. Garrì, come lui stesso scrive in introduzione, ha “conosciuto da vicino don Raffaele quando il grande studioso e ricercatore era ormai quasi novantenne”. Giuseppe Garrì da quelle, oggi lontane, frequentazioni ravvicinate, apprenderà tanti utili elementi che traspaiono, prorompenti e caratterizzanti, in tutta la sua personale produzione letteraria. Garrì, con affetto sincero, ricordail don Raffaele Lombardi Satriani come uomo di profonda cultura umanistico-antropologica, un uomoche mai ostentava la sua cultura ed il suo sapere, con una grande nobiltà d’animo e, nello stesso tempo, con la semplicità nel dialogare con tutti; un barone modesto, buono e generoso. Con questo libroGiuseppe A. Garrì crea un itinerario di studio, con alcune traiettorie indicative e di suggerimento che sono utili a studenti e ricercatori, pubblica degli appunti che tracciano gli antichi percorsi di don Raffaele. Nel volume, riccamente illustrato,Giuseppe Garrì racconta di quel don Raffaele che ha conosciuto in paese come compaesano, come anziano studioso e famoso, come cultore maturo, e questi aspetti di “conoscenza diretta” amplificano,in modo prorompente,ogni parola raccontata, rendendoattualeogni concetto espresso, più corposa e tangibile ogni parola dialettale inserita. Raffaele Lombardi Satriani era nato a San Costantino di Briatico nel 1873, dal barone Luigi e da Concetta dei baroni Gallucci Protopapa, era decimo dei tredici figli di una famiglia patriarcale. Con le sue originali ricerche ed i suoi studi approfonditi don Raffaele ha voluto restituire dignità umana a quelle masse popolari che la storia ufficiale ha quasi sempre emarginato e offuscato. Grazie alla sua notorietà di studioso, la sua casa nobiliare di San Costantino di Briatico era costantemente frequentata da illustri uomini di cultura quali Gerhard Rohlfs, Raffaele Corso, Federico Krauss e tanti altri, studiosi e ricercatori universitari provenienti da ogni luogo, ma don Raffaele non disdegnava anche le frequenti visite dei contadini e della gente più umile, con cui si intratteneva a lungo parlando in dialetto calabrese e scoprendo, in ognuno, un tesoro di cultura da tramandare, da studiare, da capire e comprendere profondamente. Garrì lo ricordacosì il grande studioso del folklore, anziano, nel suo grande palazzo nobiliare, “seduto su una vecchia poltrona impagliata, vestito semplicemente, circondato da alte pile di libri in bilico sul tavolo e da vecchi cimeli: reperti archeologici, pergamene di Carlo V, ritratti di famiglia risalenti al ‘700”. Sono tantii frammenti di memoria, incentrati sulle tematiche e gli aspetti legati alle culture popolari calabresi. Garrì racconta diversificano, nei vari capitoli, i diversi temi di studio di don Raffaele, partendo dai “Canti Popolari”, eseguendo con i “Racconti Popolari”, le “Tradizioni Plutoniche”, la “Medicina Popolare”, la “Jettatura e il Malocchio”, “la Oneirocrazia”, ed ancora, le credenze popolari, le formule e le pratiche magiche, i proverbi, le consuetudini giuridiche calabresi, la fenomenologia della religiosità popolare.Il libro di Giuseppe Garrì riassume,a grandi linee,l’opera poderosa di Raffaele Lombardi Satriani, sono brevi frammenti di un’opera monumentale, materiali culturali di inestimabile valore, un patrimonio da rievocare e preservare da un’ingiusta dimenticanza dovuta al passare del tempo e al rischio dell’oblio del tempo stesso sull’identità di un popolo.
Franco Vallone

ASan Costantino di Briatico la commemorazione di Mons. Francesco De Gaetano

a 50 anni dalla sua scomparsa

Venerdì 11 ottobre, in occasione del 50° anniversario della morte di Mons. Francesco De Gaetano, a San Costantino di Briatico, presso la chiesa del Carmine, i componenti della famiglia Conocchiella, pronipoti del prelato, lo hanno ricordato con una santa messa a suffragio. Nella stessa chiesa matrice del paese, nel
pomeriggio,si è tenuto un incontro commemorativo organizzato dal parroco, don Giuseppe Leccese e dallo storicoGiuseppe Garrì; subito dopo, a conclusione della giornata di commemorazione,è statadeposta una corona presso la stele monumentale dedicata al compianto Monsignore e situata all’ingresso di San Costantino. Mons. Francesco De Gaetano nacque il 3 luglio 1890 a San Costantino di Briatico, fubattezzato nella chiesa del paese e cresimato daMons. DomenicoTaccone Gallucci;morìl’11 ottobre 1969 all'età di 79 anni.Figlio di Giuseppe e Rosa Costanzo,di origine contadina,Mons. De Gaetanoebbe una sorella convolata a nozze conCarlo Conocchiella.I genitori, molto devoti a S. Francesco di Paola, lo avviarono agli studi ed al culto del Santo e al sacerdozio.Si laureò in lettere e filosofia presso l'Università di Napoli.Chiamato alle armi fu nominato ufficiale ed inviato nel Friuli dovesi distinse in maniera coraggiosa in più occasioni.Ma il suo amore per la Patria crebbe tanto che, durante la guerra 1915-18, partecipò a diversicombattimenti sul fronte. Finita la guerra e completati gli studi, nel 1920 fu ordinato sacerdote dal Vescovo di Mileto,Mons.Giuseppe Morabito, poi si dedicò all'insegnamento presso il seminario vescovile di Mileto e,successivamente,nei Pontifici seminari di Catanzaro e di Reggio Calabria. Tra i suoi migliori allievi spiccano Mons. Giuseppe Agostino;Mons. Vincenzo Rimedio, Mons. Salvatore Nunnari, l’Avv. Moricca, l’On. Guido Mantella e il Prof. Giuseppe Olivadoti.Scrive in una sua ricerca il pronipote FabioConocchiella: “Mons. De Gaetano ha dispiegato le sue energie non solo come insegnante ma anche come autenticafucina di idee e uomo di azione nel campo socio-politico.Si schiera contro "il latifondo", polemizza contro i socialisti e i massoni, si batte per il Partito Popolare, ha costituito laprima Cooperativa calabrese "Calabria Nova",presente nei piccoli paesi della zona.In essa si vendevano sementi selezionati, concimi anticrittogamici, materiale edile, ferramenta,cemento e macchine agricole. Portò in zona la prima trebbiatrice e la mietitrice rendendo meno faticosa la mietitura e la sgranatura del grano.La cooperativa esporta nei Paesi africani fichi secchi, cipolle, barbabietole e fagioli. Ha Promosso la cultura zootecnica, la costituzione di una bandamusicale, una Cassa Rurale per i contadini. È stato uno dei fondatori del Patronato ACLI con il quale ha intrattenuto un intenso rapporto di collaborazione per l’assistenza ai meno ambienti. Conoscitore delle funzioni e della burocrazia delle Casse Mutue degli Artigiani e dei Coltivatori Diretti, ne faceva buon uso a favore della povera gente del luogo”.La prima parrocchia che gli è stata affidata dal Vescovo è stata quella della Madonna del Carmine di Briatico, dove si è fatto molto apprezzare dai pescatori del luogo e, nell’ultimo periodo della sua vita, gli è stato chiesto di fare il parroco di San Costantino.Alla sua mensa parecchi hanno trovato ospitalità segno di un incessante impegno verso i poveri e le classi più deboli per farli uscire dalla marginalità economica e sociale.Grande è stato il suo operato ecclesiale, di formatore politico-sociale, di assistenza e aiuto ai più deboli, di guida al futuro che avanzava, precursore dell’evoluzione tecnologica dell’agricoltura,fu un vero maestro di vita, di pensiero e di opere.
Franco Vallone

          

A CASTIGLIONE COSENTINO VERRA’ RICORDATA

LA STORICA VISITA DI GIOVANNI PAOLO II IN CALABRIA

L’Amministrazione comunale di Castiglione Cosentino e la locale parrocchia dei Santi Nicolò e Biagio hanno organizzato una serie di iniziative per ricordare i 35 anni dal viaggio di Giovanni Paolo II in Calabria nell’ottobre 1984. Le manifestazioni inizieranno giovedì 17 e termineranno martedì 22 ottobre 2019 con la sistemazione di un busto del papa polacco nei giardini antistanti la chiesa parrocchiale.

 

Tra le iniziative culturali, la presentazione di un libro che aprirà le celebrazioni, giovedì 17 ottobre 2019 con inizio alle ore 18.30 a Castiglione Cosentino, nella sala del Frantoio dei saperi: il volume è quello redatto da mons. Gaetano Currà, dal titolo L’ecologia nell’insegnamento di Giovanni Paolo II, edito nel 1999 dalla casa editrice cosentina Progetto 2000 di Demetrio Guzzardi, che contiene anche un contributo introduttivo scritto dal cardinale argentino Jorge Mejìa.

Papa Woityla aveva già introdotto nelle categorie teologiche i temi ambientali, ampiamente ripresi poi da papa Francesco nella sua recente enciclica Laudato si’.

          

IL CORDONE OMBELICALE MAI TAGLIATO

In volo da Melbourne una delegazione di trenta alte personalità di origine Calabrese verso Cosenza, condotte dall' "Australian Calabrese Cultural Association" il cordone si estende e si rafforza nel Palazzo del Governo. Conferenza internazionale

"Lo Stato del Victoria chiama la Calabria "

21-23-24 Settembre 2019 dalle ore 9.30-

Tre giornate di studi per confrontare normative giuridiche e fiscali tra Australia e Italia in tema di

export/import, turismo e scambi culturali-

Dal Victoria esperti in global investiment, avvocati, tributaristi.

A Cosenza coinvolti l'Ordine degli Avvocati e dei Commercialisti, la Cam Com, docenti Unical-

Scopo finale: Più Calabria in Australia.

Un enorme contributo al processo di internalizzazione della Regione!

Conferenza stampa di presentazione a Cosenza

Mercoledì 18 Settembre ore 11.00

nella sede della Camera di Commercio sala "Petraglia".

Confidiamo nel Vostro pregiato e fattivo contributo divulgativo. Grazie

Info Italia. milleventiass@live.it Tel e WhatsApp 366 49 43 705

          

IL VIAGGIO ARTISTICO di ANGELO LAGANA' dalla CALABRIA ai CINQUE CONTINENTI.

L'Artista poliedrico la cui vita spazia: dall'Editoria alla Fotografia, al Cinema, al Giornalismo,
alla Musica cantata e eseguita con la fisarmonica. E' davvero speciale la Creatività di questo Artista calabrese,per aver scritto più di 530 canzoni regolarmente depositate alla S.I.A.E., quattro delle quali cantate e portate al successo da Mino Reitano.
E' una carriera impressionante, quella di Angelo Laganà, artista che presenta molti aspetti tutti degni della massima considerazione, infatti, partito umilmente da Melito di Porto Salvo (RC), è arrivato a toccare le vette del showbiz mondiale.
La sua storia, tra passione per la musica, il calcio e la fotografia, tra gli eventi al fianco di personaggi famosi del mondo della musica e dello spettacolo come: Mina, Domenico Modugno, Luciano Pavarotti, Rita Pavone,Nino Taranto, Claudio Lippi, Pippo
Baudo, Ezio Greggio e il legame sempre forte con la sua terra, è tutta un'escalation di successi. Una vita, la sua, interamente dedicata a valorizzare l'Arte, la Cultura, la Storia, le Bellezze naturali e paesaggistiche della Calabria in tutti i modi che gli sono
stati possibili, ossia attraverso molte composizioni musicali, i numerosi libri-book-fotografici pubblicati che hanno fatto il giro del mondo e bella mostra alla BIT di Milano negli anni 2012 e 2013 e le migliaia immagini scattate che sono veramente
uniche. Angelo Laganà, a sette anni, con la fisarmonica sulle spalle, va a lezioni di musica a Roccella Jonica dal professore Raffaele Spagnolo. A 16 anni, in qualità di cantautore, vince la:
Palma d'Argento”, partecipando a un concorso canoro organizzato dalla Radio RAI interpretando una sua composizione: “Dov'è l'amore”.
Mentre fa parte di un noto complesso: “I Jokers”, si iscrive all'Università a Messina e, dopo quattro anni, consegue la laurea in Economia e Commercio con il massimo dei voti.
Nel 1966, con “I Jokers”, partecipa al “Gelsomino d'Oro” a Siderno esibendosi a fianco di: Mina, Rita Pavone, Nino Taranto, Claudio Lippi, Aurelio Fierro, Mike Bongiorno e Riccardo del Turco.
Dal 1970 inizia a collaborare con il mensile sportivo “Alè Catanzaro” collezionando una serie di foto speciali richieste anche dai quotidiani “Corriere dello Sport-Stadio”, “Gazzetta dello Sport” e il settimanale, “Il Calcio Illustrato”.
Nel 1972, nella sua qualità di cantuatore e musicista, ottiene un contratto di esclusiva da parte della FRE.MUS.(Fratelli Reitano Edizioni musicali) per la durata di sei anni e, in quel periodo, Mino Reitano canta e porta al successo quattro canzoni scritte
da Angelo Laganà: “Tornar bambino”, “Luci bianche, luci blu”, “Un attimo, un'eternità”, LP edito dalla Durium International e dedicato a Frank Sinatra il quale dice che la migliore canzone dell'album è
“Un attimo un'eternità”, un grande onore per Angelo Laganà che l'ha composta.
Ultima canzone cantata da Mino è: “Palumbeddi calabrisi”.
La collaborazione con Franco e Mino Reitano costringe Angelo Laganà a trasferirsi a Biella (1972), città dove insegna Matematica e Osservazioni Scientifiche nella Scuola Media e proprio a Biella conosce Ezio Greggio, ora famoso conduttore di “Striscia
la notizia”. Assieme a Peppo Sacchi, Ivana Ramella, Ezio Greggioe Enzo Tortora, Angelo Laganà è tra i collaboratori di “TeleBiella”, la prima televisione via cavo ideata dal regista RAI, Peppo Sacchi.
In quegli anni Ezio Greggio e Angelo Laganà danno vita a un mensile stampato su carta patinata lucida: “Mondo biellese”. La collaborazione con l'eclettico conduttore di “Striscia la notizia” dura nove anni nei quali, insieme, si esibiscono in programmi di
cabaret: “Fiori, Sberle e Torte in faccia”. Ezio Greggio produce ed è regìsta del suo primo film: “Sbamm”, nel quale Angelo Laganà fa la parte di attore, nelle vesti del segretario particolare del ministro (Ezio), film distribuito nelle sale cinematografiche di
tutta Italia e poi più volte mandato in onda sia a “Canale 5” che a “Italia 1”. “Tele Biella” e il mensile “Mondo Biellese” aprono a Angelo Laganà le porte nel mondo editoriale.
Nel 1997 ottiene il tesserino di Giornalista pubblicista all'ordine del Lazio e Molise. Nel giugno del 1981 si trasferisce a Roma, capitale nella quale pubblica, nel novembre dello stesso anno, il primo numero di:“ROMA MIA”, magazine a colori stampato su
carta patinata lucida e distribuito gratuitamente allo stadio Olimpico in tutte le domeniche nella quali la squadra giallorossa gioca tra le mura amiche. “ROMA MIA”, è il primo “match progamme” a colori stampato su carta patinata lucida inventato da
Angelo Laganà con il quale segue il cammino della squadra capitolina per 20 anni, collezionando numerose interviste a personaggi famosi come: Giulio Andreotti, Sergio Leone, Carlo Verdone, Claudio Baglioni, Adriano Celentano, Luciano Pavarotti, Gianni
Morandi, Renato Zero, Antonello Venditti, Paulo Roberto Falcao, Agostino Di Bartolomei, Nils Liedholm, Dino Viola, Bruno Conti, Toninho Cereso e tanti altri. Nel campionato 1982-1983, anno in cui l'A.S.Roma conquista il suo secondo scudetto, Angelo
Laganà pubblica il libro: “Un sogno chiamato Scudetto” con presentazione e firma autografa da parte del capitano giallorosso: Agostino Di Bartolomei. Nel campionato 1983-1984, precisamente il 30 maggio, in occasione della finalissima di Coppa dei
Campioni tra l'A. S. Roma-Liverpool, pubblica il numero speciale di “ROMA MIA” di 112 pagine, magazine a quattro colori che fa il giro del mondo per numero di servizi e di pagine mai pubblicato fino a quella data e “ROMA MIA”, si classifica al primo
posto in un mensile pubblicato in Lussemburgo che contiene tutti i magazine di calcio del mondo. “TGCOM 24” di Canale 5, in occasione della gara di Coppa tra Roma e Liverpool del 2017 dedica a “ROMA MIA”, un ampio servizio pubblicando 35 pagine del
famoso numero 12 di 112 pagine distribuito allo stadio Olimpico di Roma 34 anni fa. Nel 1985 scrive la musica dell'inno della Roma, “Samba romano”, interpretato dalla cantante brasiliana Lea Costa e eseguito dal famoso chitarrista brasiliano Irio De
Paula. Sempre nello stesso anno, è ricevuto in Vaticano in seduta speciale da Papa Giovanni Paolo II e al Sommo Pontefice, Angelo Laganà regala una copia del suo magazine: “ROMA MIA”, come si può vedere dalla foto. Per cinque anni è direttore
responsabile del mensile a colori: “Magica Roma” e per altri dieci anni pubblica il magazine a colori “ITALIA MIA” che accompagna il cammino della Nazionale italiana di calcio in tutto il mondo. Angelo Laganà compone le sigle musicali dei Campionati
mondiali di calcio di: “ITALIA 1990”, “U. S. A. 1994” e di “FRANCIA 1998”, attribuendo un motivo strumentale inedito a tutte le città nelle quali si disputano le partite di calcio dei campionati in questione. “ITALIA MIA” è anche stampata e distribuita nel campionato europeo che
si svolge in Inghilterra nel 1996 in tutti gli stadi inglesi dove si esibisce la Nazionale italiana. Angelo Laganà, riceve l'invito come ospite a New York in occasione del campionato del mondo di calcio e rimane un mese mezzo per curare la stampa e la distribuzione negli stati
americani di “ITALIA MIA” e per aver anche scritto le sigle del campionato mondiale riceve un prestigioso premio con il marchio della “Casa Bianca” in oro zecchino da parte dell'allora presidente degli Stati Uniti: Bill Klinton, l'anno (1994) in cui Angelo Laganà è al seguito
della Nazionale italiana guidata da Arrigo Sacchi. Nel 1999, scrive l'inno musicale della Reggina calcio: “RegginAlè” e pubblica nello stesso anno il magazine a colori: “RegginAlè” che inaugura la promozione della squadra dello Stretto nella massima serie e ne segue il cammino
per 13 anni (nove in serie A e quattro in serie B). L'inno “RegginAlè”,rimane per 21 settimane primo in classifica tra tutti gli inni delle squadre di serie A, B e C nel popolare programma radiofonico di RAI 1: “Tutti i calci minuto per minuto”, ideato e condotto dal famoso
giornalista della RAI:Ezio Luzzi. A Berlino, a seguito della Roma calcio, riceve numerosi premi e targhe tra cui il prestigioso riconoscimento: “Il Faro d'Oro” ad opera del Personal Jet, un'importante organizzazione che si occupa di “portare” al seguito i tifosi giallorossi più
accaniti. Per quanto riguarda la musica, Angelo Laganà con la fisarmonica-midi tiene concerti in tutte le capitali europee, Mosca, Parigi, Madrid, Stoccolma, Kiev, Lisbona, Bucarest, Sofia, Berlino, Varsavia, Budapest, Praga, Vienna e in Australia, Brasile, Argentina, Uruguay, Santo
Domingo, Toronto Ontario (America del Sud) e Cuba, Isola tanto cara a Fidel Castro e per la quale scrive e dedica quattro CD musicali: “Salsa y Sol”, “Mi voz en la noche”, “Amor Latino” e “Sabor de mi vida”. All'Havana e in molte città dell'isola caraibica, (Holguin, Camaguey,
Santiago de Cuba, Varadero) Angelo Laganà è definito “Il Genio de l'acordeon” e “Il Nuovo Re di Cuba” e si esibisce con i più famosi gruppi cubani, come: Manolito Simonet, Geraldo Piloto, la violinista Martha Duarte, Osdalgia Lesmes e nelle più popolari trasmissioni televisive
come: “Tu musica en mi” e “De tarde en casa”. Angelo Laganà riceve numerosissime interviste da parte di giornalisti delle emittenti radiofoniche nelle quali si esibisce dal vivo con la fisarmonica: Radio Habana Cuba, Rebelde, Taino, Progreso, Enciclopedia, Syboney e Mambì a
Santiago de Cuba, ex capitale di Cuba. Nel 1999, Angelo Laganà scrive l'inno della Calabria: ”CAPO SUD”, breve filmato che contiene 150 immagini che si riferiscono alle più importanti cittadine delle quattro province della Calabria, più la Città metropolitana, Inno che fa anche
parte delle Olimpiadi di Atene che si svolgono nel 2000. Per “CAPO SUD”, Angelo Laganà riceve lettere di congratulazioni da parte di Papa Francesco, del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del presidente della Repubblica argentina, Mauricio Macri, del presidente
del consiglio, Matteo Renzi, del direttore del Museo Archeologico di Reggio Calabria, Carmelo Malacrino. Angelo Laganà dedica un CD a Papa Francesco per il compimento del suo ottantesimo compleanno e uno a
Ronald Trump per la sua elezione a Presidente degli Stati Uniti. Per dare respiro alla passione per la fotografia e all'editoria, Angelo Laganà pubblica 15 libri-book-fotografici che hanno come tematica la Calabria con
foto molto singolari ed uniche nel loro genere, in particolar modo le foto panoramiche che sono lunghe un metro e quaranta centimetri. Fanno spicco alcune foto-panoramiche che raggiungono anche la lunghezza di
sei metri, foto che contengono immagini limpide e che si riferiscono al lungomare “Italo Falcomatà” di Reggio Calabria, a quello di Siderno, Roccella Jonica, di Marina di Gioiosa Jonica e una speciale scattata dalla Citta
di Gerace che abbraccia 80 chilometri di costa che va da Monasterace a Capo Bruzzano, definita: “Costa dei Gelsomini).
Nel 2014, per la promozione dell'A. S. Roccella Calcio in serie D, Angelo Laganà scrive l'inno ufficiale della squadra del Castello: “Roccella”, inno che puntualmente è fatto ascoltare prima di ogni partita di
calcio che si svolge al “Ninetto Muscolo”. In questi ultimi anni, Angelo Laganà si esibisce con la fisarmonica in diverse serate ed eventi tra i quali è famoso il “Remembering Mino Reitano” da lui creato
assieme a Gegè Reitano,
famoso batterista dell'Orchestra della famiglia di Fiumara per rinverdire la memoria del Grande Cantante che nel 2019, compie dieci anni dalla sua scomparsa e, per questo motivo,Angelo Laganà ha
pubblicato un doppio album CD-DVD: “In Ricordo di Franco e Mino Reitano” in onore dei due Grandi Musicisti che hanno portato sempre alto il nome e il prestigio della Calabria e che contiene, all'interno,
un libretto di 32 pagine a colori con un breve curriculum
e oltre 150 immagini e un DVD con l'Inno della Calabria: “CAPO SUD” e “Calabria Regione da Sogno”.
La Regione Calabria, il 16 luglio 2018, ha presentato l'evento dell'iniziativa di Angelo Laganà nei confronti di Franco e Mino Reitano organizzando una conferenza stampa che si tiene a Reggio Calabria a
Palazzo Campanella nella Sala “Levato” del Consiglio regionale della Calabria.
Angelo Laganà è in partenza per tournèe in Romania e a febbraio del 2019 a Cuba dove sarà presente all'Habana alla “Fiera del libro” per presentare i suoi libri-book-fotograifici, le
guide turistiche sulla Regione che si trova più a Sud di tutta la Penisola e, in quel periodo, farà concerti in tutta l'Isola di Cuba per tenere sempre alto il nome della sua
Terra, la Calabria, con filmati che ne esaltano le bellezze naturali e paesaggistiche che verranno messi in onda durante i suoi concerti.

Straordinaria invasione di Gigli di Mare a Briatico


A Briatico non si era mai vista una fioritura di gigli di mare come quella che si sta verificando in questi giorni, una vera e propria distesa bianca di candidi fiori lungo la spiaggia. La località è quella solita, lungo le dune della spiaggia sabbiosa nei pressi del chiosco di bibite“da Natalina”, dei fratelli Carlo, Nicola e Rita Vita,ed ha richiamato numerose persone, gente del posto, turisti e curiosi. “Questo candido tappeto contrasta con il verde intenso ed i variegati colori dei frutti dei fichidindia. Uno scenario naturale che, unitamente al bellissimo mare al tramonto, diventa un vero spettacolo a cielo aperto, da non perdere... Questa è la nostra straordinaria Briatico." ci racconta Pino Albanese che tanto ama questi luoghi. Il rischio vero oggi è che questi fiori vengano estirpati per semplice gesto di curiosità o come souvenir, a tal proposito il luogo è stato fotografato, in lungo e largo e nei particolari, da Tommaso Prostamo, dal musicista vibonese Pino Puzzello e dallo stesso Pino Albanese, che, assieme all’Associazione dei Commercianti e dei Liberi Professionisti di Briatico, cercheranno di tutelarel’area interessata con iniziative di salvaguardia e di valorizzazione nel rispetto dell’ambiente naturale.Il giglio marino, detto anche fiore Pancrazio, è un fiore piuttosto raro ed è una specie protetta in alcune regioni italiane.Il giglio di mare appartiene alla famiglia delle amaryllidaceae è il bianco fiore sacro delle spiagge calabresi dove trova il suo habitat naturale crescendo spontaneo nella sabbia. È una pianta - infatti -  che cresce e fiorisce tra le dune dei litorali sabbiosi, tra i mesi di giugno e settembre, con dei candidi fiori bianchi che emanano per l'aria salmastra un profumo molto dolce. L’origine del nome deriva dall’unione dei termini greci pan (tutto) e krátos (forza), perché nell’antichità questa pianta dai contenuti alcaloidi potenti, ora considerata tossica, era utilizzata in medicina.Un racconto locale e mitologico è legato al ratto di Proserpina,racconta di quando «in un mattino sereno in cui il sole illuminava ogni cosa,Proserpina, in compagnia di altre ninfe, si divertiva a correre lungo la costa del vibonese, tra le spiagge di Trainiti di Vibo Valentia e quelle di Scrugli e Safò, a Briatico,tanto ricche di fiori di ogni tipo e colore ed anche di candidi gigli di mare. Le splendide creature ridevano, scherzavano, gareggiavano nel raccogliere i bianchi fiori per farneghirlande e adornarsi le vesti. Ad un tratto un terribile boato lacerò l'aria. La terra si spaccò e dal baratro balzò fuori, su un cocchio d'oro trainato da quattro cavalli neri, un dio bello e vigoroso ma dallo sguardo triste. Con le sue braccia possenti afferrò Proserpina e la trascinò con sé incitando i cavalli a correre velocemente».
Franco Vallone

 

L’arte di Mimmo Corrado


Il pittore Mimmo Corrado è nato a Mileto nel 1947, da anni vive ed opera in Toscana, a Pisa, ma nei suoi quadri la Calabria rimane presente in modo prorompente, raccontando le strade di casa e la calabresità senza alcuna retorica e,a tal proposito, così scriveva di Corrado lo scrittore Sharo Gambino: «Ecco, se dovessi dare di Domenico Corrado una definizione, lo direi, senza un attimo di esitazione, pittore privo di retorica. Retorica nel senso, beninteso, della ricerca di effetti formali. Il suo discorso pittorico è lineare ed essenziale, va diritto alla sostanza dell’oggetto-soggetto, alla sua struttura direi nuda, non conoscendo l’arte delle sovrastrutture e dei cerebralismi che spesso, alla lunga, finiscono con l’appesantire una composizione, rendendola di non facile lettura, col rompere il rapporto arte-pubblico. Questa anti retoricità deriva, al pittore di Mileto, dalla sua natura di calabrese, dall’essere egli impastato di cultura calabrese.Figlio del popolo, educato in un ambiente in cui la formalità è sconosciuta e tutto è schietto, sincero, di queste virtù riempie le sue tele: marine serene e campagne brulle sotto cieli mai sgombri di nuvole, e borghi antichi, carichi di storia, col loro bravo campanile gigante sopra tetti d’oro antico, e i pastori solitari e le sue donne lavoratrici e i bambini sorridenti, ma sul volto una maturità anticipata…». Mimmo Corrado fin dalla sua infanzia, trascorsa dal 1954 al 1963 in Argentina, a Buenos Aires,dava già segni di marcata versatilità nel campo artistico.Nei primi anni trascorsi in Calabria (dal 1963 al 1969) e poi a Milano (dal 1970 al 1975) si è dedicato costantemente alla pittura doveha adottatosapientemente la tecnica della spatola.Uno stile originale che ha fatto emergere nella sua pittura le sue eccellenti doti di sensibilità cromatica e comunicativa. Nel corso degli anni la sua eclettica attività ha spaziato anche nel campo della musica, della grafica edel restauro.Molte le affermazioni nei concorsi in campo regionale e nazionale, tanto successo per le sue mostre personali, nelle collettive e nelle numerose estemporanee effettuate. Molte sue opere di genere sacro e profano, di paesaggio e di nature morte oggi arricchiscono chiese, pinacoteche, musei, collezioni private italiane e straniere.
Franco Vallone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Reggio - 4^ raduno Ufficiali e Sottufficiali della Guardia Costiera corso 1966

E’ stata la città di Reggio Calabria ad ospitare il raduno degli Ufficiali e Sottufficiali del corso del 1966, riuniti in riva allo Stretto per festeggiare il 53° anno di arruolamento in Marina. Accolti dall’ammiraglio Francesco Ciprioti, loro istruttore ai tempi, i commilitoni, provenienti da diverse località di Italia, hanno avuto l’opportunità di rivivere ricordi e poter trascorrere momenti all’insegna della socializzazione, visitando alcuni dei luoghi e i monumenti più caratteristici di Reggio, della sua provincia e della Calabria e degustando i  prodotti tipici del territorio.
Molto dettagliato e ricco di appuntamenti , infatti, il calendario approntato per l’occasione.
Oltre ai meeting istituzionali, tra cui quello alla Capitaneria di Porto di Reggio Calabria e Vibo Valentia Marina  il gruppo ha ammirato il Museo nazionale della Magna Grecia e i suoi Bronzi, ha conosciuto le peculiarità del bergamotto grazie alla visita al Museo del Bergamotto, ha passeggiato sul Lungomare Falcomatà, conosciuto i centri storici di Pizzo, Vibo, Tropea , Chianalea e Scilla. Il tutto supportato da guide turistiche ed esperti storici dei luoghi interessati dall’evento.
E proprio nell’incantevole cittadina del Tirreno si è vissuto uno dei momenti più significativi del raduno:  la Santa Messa alla Chiesa Matrice dove sono stati ricordati i colleghi scomparsi.  
Si è trattato di giornate molto intense, curate ed organizzate nei minimi particolari, durante le quali si è riusciti a coniugare aspetti prettamente conviviali a momenti di particolare emozione, in grado non solo di rinverdire la memoria dei partecipanti, ma capaci di veicolare, con un messaggio positivo e propositivo, le caratteristiche e le bellezze della terra reggina e calabrese.   

 

      

Settimana della cultura calabrese - decima edizione

dedicata ai 100 anni dell’istituzione dell’Eparchia di Lungro

MEMORIA e BELLEZZA (Kujtim dhe Bukurì)

il programma di SABATO 24 e DOMENICA 25 agosto 2019

 

 

 

sabato 24 agosto 2019

FIRMO - ex convento dei Domenicani
Ore 20.30 AGOSTO, LIBRO MIO TI CONOSCO - Presentazione del volume Eparchia di Lungro. Una piccola Diocesi Cattolica Bizantina per i fedeli Italo-Albanesi «precursori del moderno ecumenismo», introduce Kikina Martino presidente Az––––ione Cattolica; intervengono Pino Bosco sindaco di Firmo, Pietro Roseti assessore Pubblica Istruzione, papàs Mario Santelli; i curatori del sussidio papàs Pietro Lanza e Demetrio Guzzardi.
A seguire SUONI & VISIONI - Visita guidata alla mostra sulle immaginette devozionali I santini (figuret) dell’Eparchia di Lungro.

 

 

domenica 25 agosto 2019

GITA A CASTROREGIO E PLATACI
Il viaggio è con mezzi propri; appuntamento a Cosenza ore 9 ingresso Autostrada (lato Madonnina); ore 10 Cantinella davanti la chiesa di San Mauro.
Ore 11.30 Visita guidata alla chiesa parrocchiale di Castroregio, dove l’artista Luigi Manes sta iconizzando l’intera navata dell’edificio sacro. Ore 13.30 Pranzo al sacco nei pressi della cappella di Santa Maria ad nives al bosco. Ore 16.30 Visita guidata alle chiese di Plataci.

SAN DEMETRIO CORONE - Casale Guzzardi
Ore 21.30 AGOSTO LIBRO MIO TI CONOSCO - Presentazione dei volumi Quasi tutto il mondo a casa mia. Vi racconto le mie 13 badanti di Rosa Oliverio e Autostop per Milano e ritorno con laurea di Tommaso Corda, editoriale progetto 2000.

 

          

Cosenza corso Telesio - Casa delle culture
mercoledì 12 giugno 2018, ore 18,00
presentazione in anteprima nazionale del volume di don DANTE BRUNO
SPEZZA IL PANE
Lettere agli amici che amano Cristo e lo servono aiutando gli ultimi

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Don Dante Bruno è un sacerdote cosentino che da oltre 30 anni lavora
per il recupero dei tossicodipendenti, accoglienza di donne in difficoltà,
infanzia abbandonata e assistenza ai diversamente abili, non solo in Calabria.
La casa editrice Progetto 2000 ha pubblicato in questi giorni il volume
Spezza il pane. Lettere agli amici che amano Cristo aiutando gli ultimi,
che sarà presentato in anteprima nazionale mercoledì 12 giugno 2019 – ore 18
a Cosenza nella sala Gullo della Casa delle culture in corso Telesio.

Interverranno: Alessandra De Rosa, presidente della Commissione cultura del Comune,
l’economista sociale Katia Stancato,
il rettore dell’Universitas Vivariensis, Demetrio Guzzardi
e l’autore don Dante Bruno.
Porteranno un saluto i responsabili delle realtà nate dal carisma di don Dante Bruno:
Elvira De Napoli per l’Associazione Comunità Regina Pacis,
Angela Dodaro per In Corde Matris
e Carolina Romano per la Fondazione Spezza il pane.

Per espresso desiderio dell’autore
tutto il ricavato della vendita del volume
Sarà devoluto alla Fondazione Spezza il pane.

 

  TENNIS, SPORT VILLAGE: A MOSTOLES IL “CITTA’ DI CATONA – MEMORIAL ALFONSO CIPRIOTI”

Si è conclusa, allo Sport Village, la XIII edizione del torneo di tennis “Città di Catona – Memorial Alfonso Ciprioti”. Sul primo gradino del podio Ivan Mostoles che ha battuto il compagno di serie C, Daniele Ellena, con il punteggio di 76 - 64 in una combattuta finale giocata ‘in casa’, essendo entrambi gli atleti tesserati con il “Palextra Club”. In ambito 4ª categoria, invece, ultima gara tutta all’insegna del circolo “Rocco Polimeni”: in campo Maurizio Furforoso contro Marcello Fonga, che ha avuto la meglio con un punteggio di 61 -61.
Dopo le gesta atletiche dei quattro atleti finalisti, spazio alla cerimonia di premiazione, dove, oltre ad aver consegnato i riconoscimenti ai vincitori ed ai secondi classificati, si è voluta ricordare la figura dell’ex assessore comunale e consigliere provinciale Alfonso Ciprioti, sia dal punto di vista politico che sotto l’aspetto umano, attraverso le parole del consigliere comunale Enzo Marra e del presidente del consiglio comunale di Calanna, Michele Marcianò. 
Entrambi i rappresentanti istituzionali hanno messo in risalto il ruolo significativo dello sport per un crescita sana dei ragazzi, per il modo in cui le discipline riescano a veicolare messaggi positivi anche nella sconfitta e come determinati eventi possano essere fonte di aggregazione sociale e di traino per il territorio. “Anche chi oggi ha raggiunto la seconda posizione - ha, infatti, evidenziato Marra – ha comunque vinto: ha imparato a porsi davanti alle sfide con un atteggiamento improntato a dare il meglio di sé seppur, a volte, i risultati non vengano raggiunti in maniera immediata”. “Da tredici anni ormai – ha poi aggiunto Marcianò – partecipo a questa manifestazione e sono molto contento che il nome di Alfonso Ciprioti venga associato non solo ad uno sport come il tennis, del quale egli era molto appassionato, ma che soprattutto si accosti ai giovani così come lo sono i finalisti: era sua abitudine essere prodigo di consigli verso le nuove generazioni e ritengo che questo sia uno strumento molto significativo per mantenerne la memoria ed il ricordo”.
Dal punto di vista prettamente tecnico, i complimenti agli atleti che hanno partecipato e, naturalmente, a quelli che hanno disputato le gare conclusive, hanno scandito l’intervento di Rocco Tilotta, consigliere regionale FIT, che ha garantito il patrocinio al torneo: “Lo Sport Village – ha dichiarato – è ormai solito ospitare delle kermesse tennistiche di alto livello, come ha dimostrato non solo nel corso degli anni, ma anche tramite gli ultimi eventi. Abbiamo assistito a match importanti e, nello specifico, la partita tra Mostoles ed Ellena ci ha regalato degli spunti significativi: due tennisti giovani e forti atleticamente cui il palmares può solo migliorare”.
La premiazione ha registrato, oltre la presenza della famiglia Ciprioti, anche quella di Francesco Postorino del Palextra Club, organizzatore del Memorial insieme a Marco Bonforte ed all’Accademia del Tennis, il quale ha espresso tutta la propria soddisfazione sia per l’andamento dell’evento, sia per la performance di Mostoles ed Ellena.    

 

  TENNIS: SPORT VILLAGE,  AVVIO TABELLONE FINALE “CITTA’ DI CATONA – MEMORIAL CIPRIOTI”

È entrato nel vivo, allo Sport Village, il torneo "Città di Catona - Memorial Alfonso Ciprioti". Sono queste, infatti, giornate decisive per lo svolgimento delle fasi più delicate dell'appuntamento sportivo ospitato, dal 2 maggio, dalla struttura polivalente a nord di Reggio.
Come da tradizione, essendo ormai giunta la tredicesima edizione di questa kermesse intitolata all'ex consigliere provinciale ed assessore comunale, i tre campi in terra rossa stanno registrando una serie di match in cui si fronteggiano tennisti provenienti da numerosi circoli, dalle diverse caratteristiche tecniche ed anche di età differenti: esempio, quest'ultimo, di come la manifestazione riesca a richiamare sia atleti esperti che sportivi interessati all'aspetto partecipativo dell'evento, seppur con interessanti sfumature di agonismo.
Il torneo nazionale di terza categoria singolare maschile, organizzato dal Palextra Club, con l'apporto dello Sport Village, dell’Accademia del Tennis e di Marco Bonforte, si avvale del patrocinio della Fit e si concluderà sabato 11, quando verrà decretato il vincitore che si aggiudicherà un buono di 200 euro spendibile in abbigliamento, che farà il paio con il ticket da 100 euro che verrà, invece, destinato al secondo finalista.
Al via dunque il tabellone finale con nomi che hanno cominciato a farsi valere sin dalle prime gare.  Tra questi Antonino Faraone (At Dilettantistica Tennis Club Three Brothers Pharaon), dalla Sicilia Francesco Conti (Ass. Dilett. Filari) e Mario Famà Bellomo (Circolo Del Tennis  e Della Vela Associazione Sportiva Dilettantistica), da Locri Luca Pistininzi e Nino Maio (At Dilettantistica Garden Tennis Club 'Giulio Riccio'), Vincenzo Doldo (As Dilettantistica Circolo Tennis Rocco Polimeni), Ivan Mostoles e  Daniele Ellena del Palextra Club A.S.Dilettantistica: atleti il cui ranking varia da 3.1 a 3.2 e giovanissimi, essendo la loro data di nascita compresa tra il 2000 e il 2003.  

          

          

Da Zungri, alla scoperta dei sapori e dei profumi di Calabria con Massimiliano Cichello e Giulia Limardo

Massimiliano Cichello e Giulia Limardo, marito e moglie, sono una coppia di Zungri sinceramente innamorata della Calabria e di quello che la nostra regione offre e produce. I due appassionati cultori delle “cose” calabresi, reduci di un periodo di emigrazione al Nord Italia, nel 2013 iniziano a fare un’esperienza di ricerca delle particolarità più interessanti,per le strade dell’intera Calabria. Aprono una bottega a Zungri.Èun piccolissimo locale che diventa, sin da subito, punto di riferimento delle tipicità regionali. A loro principalmente interessa e piace far conoscere il loro paese, Zungri, il vibonese e la Calabria e, per fare questo, studiano, si aggiornano continuamente, ricercano specificità sul territorio regionale. Al di là della parte prettamente economica Massimiliano e Giulia ripercorrono la Calabria, in lungo e largo, alla scoperta, senza alcuna retorica, dei sapori più antichi, di tradizioni perdute di una volta, delle essenze dimenticate, delle trasparenze velate, dei profumi e delle percezioni degli odori. Nella loro bottega di Zungri non si è assolutamente obbligati a comprare qualcosa,i prodotti sono tutti esposti in bellavista per essere conosciuti e confrontati, le degustazioni e gli assaggi, le provedei profumi calabresi, tutte completamente gratuite. Massimiliano e Giulia da anni“prendono” il meglio della produzione locale e di nicchia della Calabria intera, dai prodotti al bergamotto della provincia di Reggio Calabria a quelli al cedro della riviera della provincia di Cosenza, laliquirizia di Rossano, la ginestra,la zagara, i profumi più antichi di San Giorgio a Morgeto, già decantati e conosciuti, all’inizio del secolo scorso,anche da Gabriele d’Annunzio e quelli d’innovazione,fino al profumo di fiore d’ulivo e a quello “Ambrosia”, dal nome di una fresca fonte di Zungri, poi ci sono i pregiati vini di Cirò, la ‘nduja originale di Spilinga, il formaggiopecorino di Monte Poro, le soppressate di maiale nero della Sila, l’origano di Papaglionti, l’olio d’oliva extravergine e bio di San Gregorio d’Ippona, le confetture, le composte, le marmellate con i frutti più particolari, dall’annona al bergamotto, dai fichi al mandarino di Calabria, poi ci sono olii essenziali, i rosoli… Massimiliano e Giulia fanno muovere continuamente centinaia di turisti sul territorio, provocano loro stessi attrazione turistica, il loro mestiere è un sapiente innovativo mix di mestieri, da agenti di viaggio, a tour operator, da creatorid’offerta di servizi a organizzatori di itinerari. Partendo dalla loro piccola bottega, a secondo dei gusti degli ospiti, delle esigenze personali o di gruppo,da sette anni sono punto di riferimento per i tantissimi ospiti che visitano Zungri e i famosi ipogei degli Sbariati, il centro storico, la chiesa della Madonna della Neve, i tanti vicoli del borgo. Loro collaborano con agenzie di viaggio italiane ed internazionali e la loro piccola bottega Il Girasole è sempre affollata, anche solo per sfogliare un libro sulle tradizioni popolati, per una guida della zona, per assaggiare una specialità locale sconosciuta, l’artigianato più ricercato di Brognaturo, Seminara, Pellegrina di Bagnara, i torroni di Taurianova, il sapone di casa fatto con l’olio d’oliva, la pasta di mandorle e i mostaccioli di Soriano… ci sono davvero mille e millealtre cose,tutte da conoscere e scoprire, in questa piccola bottega della piazza di Zungri.
Franco Vallone

          

     TENNIS, TORNEO NAZIONALE ‘CITTA’ DI CATONA – MEMORIAL ALFONSO CIPRIOTI’ ALLO SPORT VILLAGE: SI PARTE IL 2 MAGGIO

Tutto pronto allo Sport Village: torna, infatti, per la sua tredicesima edizione il torneo “Città di Catona - Memorial Alfonso Ciprioti”.

Anche per il 2019, quindi, il Palextra Club di Francesco Postorino e la struttura polivalente di Francesco Violante, con l’apporto prezioso dell’Accademia del Tennis (presieduta da Nino Girella), di Marco Bonforte e sotto l’egida della Federazione Italiana Tennis, hanno voluto organizzare il torneo nazionale di terza categoria singolare maschile intitolato all’ex consigliere provinciale ed assessore comunale che aveva accolto positivamente e sostenuto l’idea di creare nella zona nord di Reggio Calabria un punto dedicato alle attività sportive, e che potesse essere un luogo di ritrovo sano per tutti i cittadini e soprattutto per le nuove generazioni.

L’appuntamento, istituito nel 2007 (anno della prematura scomparsa di Alfonso Ciprioti) prenderà il via il 2 maggio e si concluderà l’11. Le iscrizioni, ancora in corso, si chiuderanno il 30 aprile e ai primi due classificati andranno dei buoni spesa da spendere in abbigliamento.

Si tratta di un appuntamento ormai  atteso da atleti ed appassionati, tanto che nelle scorse edizioni è stato sforato il muro dei  100 partecipanti provenienti da tutta la Calabria e dalla vicina Sicilia: sui tre campi in terra rossa, infatti, il pubblico ha potuto assistere (così come ci aspetta anche per quest’anno!) a gare caratterizzate da alto potenziale tecnico e dal sano agonismo dei partecipanti. Lo staff organizzativo, dopo l’importante torneo di pre qualificazione al BNL di Roma, sta dunque lavorando alacremente affinché gli standard cui il “Città di Catona” aveva abituato possano essere rispettati e, perché no, anche superati.  

Per tutte le informazioni e per formalizzare l’iscrizione è disponibile il numero 392.2218838.

          

GIORNATE GIOACHIMITE

Sabato 30 e domenica 31 marzo 2019 

Sono stati predisposti due intensi programmi, per sabato 30 e domenica 31 marzo 2019,
per conoscere più da vicino la spiritualità gioachimita e il posto
– la grancia di San Martino di Giove a Canale di Pietrafitta –
dove 817 anni ha concluso la sua esistenza terrena l’abate Gioacchino da Fiore. 

I cammini di Gioacchino da Fiore (terza edizione)
a piedi da Borgo Partenope a Canale di Pietrafitta
817° anniversario della morte dell’abate

DOMENICA 31 MARZO 2019
Ore 15,00:  raduno dei partecipanti a Cosenza nei pressi di piazza dei Bruzi, in auto si raggiunge Borgo Partenope.
Ore 15,15: breve conversazione dell’arch. Pasquale Lopetrone che ha diretto i lavori di restauro delle dimore gioachimite.
Ore 15,30: partenza a piedi da Borgo Partenope per Canale di Pietrafitta (lunghezza percorso km 7,2).
Ore 17,30: arrivo a Canale, visita guidata a cura dell’ing. Annalisa Tarsitano; segue la proiezione del docu-film “In cammino con Gioacchino”.
Ore 19,00: rientro con pulmino a Borgo Partenope

La grancia di San Martino di Giove a Canale di Pietrafitta è il luogo dove Gioacchino da Fiore ha concluso la sua esistenza terrena il 30 marzo 1202.
Per giungere in auto, arrivare a Pietrafitta e seguire le indicazioni “Canale”.
Per informazioni ci si può rivolgere a: Demetrio Guzzardi (347 4829232) - Lorenzo Coscarella (348 9164160) – Peppino Curcio (348 3704702) – Annalisa Tarsitano (348 3327459)

Nel primo anniversario dell’apertura
della Biblioteca “Lidia Ciccone Giovannini”
nella Chiesa Bethel di via Popilia a Cosenza

LUNEDI 25 MARZO 2019 – ore 18.30
Presentazione in anteprima nazionale del volume
I PENTECOSTALI IN CALABRIA

Locandina Susanna Giovannini.JPG

Lo scorso anno ad inizio della primavera, in occasione degli 80 anni dalla nascita di Lidia Ciccone Giovannini – missionaria e cofondatrice della Comunità Bethel di Cosenza (la signora Ciccone-Giovannini ha concluso la sua vita terrena il 22 ottobre 1981 a soli 43 anni), - è stata inaugurata una biblioteca a lei dedicata. Per festeggiare il primo anno di attività della biblioteca, lunedì 25 marzo 2019 alle ore 18.30, nella sede della biblioteca, all’interno del complesso della Chiesa Bethel in via Popilia a Cosenza, verrà presentato in anteprima nazionale il saggio storiografico, edito da Progetto 2000 e scritto da Susanna Giovannini, I Pentecostali in Calabria. La storia della Chiesa Bethel di Cosenza.

Alla presentazione oltre all’autrice, all’editore Demetrio Guzzardi, parteciperanno il pastore Paolo Giovannini, fondatore della Chiesa evangelica pentecostale Bethel di Cosenza e il preside della Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose, Carmine Napolitano.
Nelle pagine del libro vi è una rassegna di come è nato e si è sviluppato nel regione calabra il movimento pentecostale; non mancano le pagine dedicate alla famigerata legge fascista del 1935 (la circolare Buffarini-Guidi) che prevedeva l’arresto per gli appartenenti alla fede pentecostale; tra l’altro vengono citati i nomi del 12 pentecostali che subirono il confino. La parte centrale del volume è il racconto, in presa diretta dell’esperienza della Chiesa Bethel di Cosenza.

DELINEARE I CONTORNI STORIOGRAFICI DEL PENTECOSTALISMO ITALIANO
«La storia del movimento pentecostale in Italia attende ancora di essere scritta; si tratta di un’impresa difficile perché, soprattutto per le origini, le fonti sono molte scarse e spesso solo di matrice orale. D’altra parte, la relativa brevità del percorso storico che esso ha compiuto (poco più di un secolo) e l’interesse rivolto preminentemente alla testimonianza e alla predicazione, non hanno favorito una riflessione in tal senso; talché l’attenzione verso la nascita e lo sviluppo del pentecostalesimo italiano è stata sporadica, quasi sempre rivolta a indagini circoscritte e spesso con intenzioni esclusivamente autobiografiche. Tuttavia, a ben vedere, è proprio attraverso lavori di questo genere che si mettono le basi per arrivare a concepire indagini e studi più avanzati e di respiro scientifico e metodologico più sicuro e collaudato.
Il lavoro di ricerca di Susanna Giovannini sul pentecostalismo in Calabria rappresenta un passo in avanti in questa direzione; cerca di unire elementi generali di interpretazione, con scandagli di storia regionale e locale fino ad inserire nella trama della ricostruzione storica la vicenda della propria famiglia, che di quella storia è stata protagonista lungo l’arco di mezzo secolo. Il risultato, presentato nelle pagine di questo libro, è senz’altro interessante e foriero, speriamo, di un impegno che potrebbe proporre un allargamento e un approfondimento di talune indicazioni di percorso nella ricerca storica, relativa ad un movimento religioso che in Italia rappresenta almeno il 70% del mondo evangelico. Ben vengano lavori come questo che ci permettono di conoscere fatti e vissuti che difficilmente potrebbero essere noti in altro modo».
Dalla presentazione di Carmine Napolitano, preside della Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose

 

 La scomparsa di Giacomo Gaetano Barbieri,
 “il maestro del pullman”.

Articolo di Franco Vallone
BRIATICO - “È lui… si, proprio lui, il maestro del pullman…”. Nei giorni scorsi è venuto a mancare, all’età di 78 anni, Giacomo Gaetano Barbieri, il maestro di scuola elementare che possedeva una grande cultura associata all’umiltà più vera, quella che è davvero difficile incontrare.“La sua iniziale formazionerisale alla fine degli anni ‘50, nel convento dei Cappuccini di Rombiolo,poi la decisione di abbandonare l’idea di farsi frate, la sua “preparazione eccezionale”e il continuare gli studi all’Istituto magistrale di Vibo Valentia. Ricorda Nino Valenti:“agli inizi degli anni ‘60 durante il tragitto tra Briatico e Vibo Città, Giacomo Barbieri aiutava i tanti ragazzi che viaggiavano.Sul bus correggeva i compiti delle allieve del magistrale e degli studenti delle altre scuole, per questo veniva definito il maestro del pullman”. Barbieri si diploma e inizia a viaggiare, insegna italiano in Germania, Francia e Polonia, poi ritorna in Italia ed è chiamato ad insegnare nel crotonese, successivamente nelle scuole dell’interland vibonese ed infine alle elementari di Briatico. Barbieri si distingue sin da subito per la sua didattica innovativa, per la grande capacità aggregativa e socializzante. Da maestro organizzava tante uscite scolastiche sul territorio, per fornire nozioni e approfondimenti multidisciplinari agli alunni, “ha dedicato la sua vita all’insegnamento e alla socializzazione,amando i suoi scolari con affetto paterno e con dedizione totale” - sottolinea oggi il figlio Tommaso. Dalla sua Conidoni il maestro ha fatto sentire la sua voce oltre i confini territoriali della scuola,è stato infatti uno dei primi maestri ad aver creato, con Giuseppe Grillo, corsi di informatizzazione, quando il direttore didattico della scuola era Michele Brosio. Nel 1972 Giacomo Barbieri scende in campo, si candida con la Democrazia Cristiana, supporta il sindacoAdolfo Pannaci,ricopre più volte la carica di consigliere comunale per mandato dei cittadini, svolge compiti istituzionali e viene anche nominato assessore alla cultura, un amministratore rispettoso e sempre vicino ai più deboli. Barbieri era una persona molto conosciuta e stimata per essere stato il maestro scolastico di tanti,nella sua casa di campagna, a Conidoni, amava curare il suo giardino, le rose profumate di tutti i colori, sperimentava innesti di antichi vitigni, recuperava frutti rari, erbe aromatiche di una volta come il profumatissimo ariganeju.Giacomo Barbieri non stava mai fermo, andava, partiva… Durante un’uscita in cerca di funghi con il suo amico e collega Nicola Ventrice,“si erano persi tra i boschi – ci racconta Pino Conocchiella – si trovavano nel cuore delle Serre e non riuscivano ad uscire dalla fitta vegetazione. Solodopo tante ore di isolamento e col buio riuscirono asalvarsi e scendere finalmente a valle”. Con suaamata moglie Aurora amava contornarsi di cani e tanti gatti, Barbieri amava gli animali e amava fare lunghe passeggiate tra i sentieri dell’amenaPerara, di Briatico Vecchia e della Miniera di carbone fossile di Conidoni tra antichi frantoi e mulini abbandonati, andava in cerca di funghi porcini, vermaturi e vovulaci, origano, gutumu, liquirizia e mille erbe selvatiche,era un amante della natura, amava la campagna e si incontrava con il mare.Lo si trovava tutte le mattine, ora che era in pensione, a leggere il Quotidiano del Sud davanti al mare alla Rocchetta, era la sua passione leggere, scrivere, commentare l’informazione locale, ma anche quella nazionale ed estera, poi la sua escursione alla marina finiva con l’incontro con i pescatori del borgo, con Vincenzo Prostamo in particolare.Loro, i marinari, apprendevano da Barbieri e lui dai pescatori, era uno scambio continuo, sempre disponibile al dialogo e al confronto con gli altri.
Franco Vallone

        L’antica casa che ha preso fuoco a Conidoni di Briatico era di Nino Grasso, paroliere di Nilla Pizzi, Betty Curtis, Gloria Christian e tanti altri cantanti famosi

Articolo di Franco Vallone
Nino Grasso il grande paroliere, lo scrittore di tanti testi e musiche, l’autore di romanzi e opere teatrali, il traduttore in dialetto calabrese di opere classiche…Grasso era nato proprio in questa bellissima e anticacasa-villa con il giardinodi Conidoni di Briatico,il 3 aprile del 1920. Dopo i primi studi a Soverato, Grasso conseguì le maturità classica e magistrale a Vibo Valentia e, successivamente, la laurea in giurisprudenza a Roma. Sempre nella Capitale, più tardi, prestò servizio presso il Provveditorato agli studi, come funzionario, e conseguì l’abilitazione inPsicologia Sociale. Grasso fuanche preside presso l’Istituto Commerciale di Monterotondo, in provincia di Roma. Nino Grasso era un personaggiopoliedrico e molto attivo, sono davvero tante le affermazioni musicali e letterarie registrate in Italia e all’estero. Aveva collaborato adimportanti riviste nazionali ed aveva tradotto, in dialetto calabrese, l’Inferno di Dante che titolò: "Inferno... in Calabria". Ricordiamo tra l’altro il premio conseguito in Australia con la canzone satirica "Strip-tasse”, inserita nella musicassetta "Canzonissima '90".Oggi il motivo musicale più noto di Nino Grasso imperversa sulla rete internet in formato mp3, anche se i fruscii di fondo rimandano ad un ben più caldo 78 giri della RCA, nero scuro, vinile e d'epoca. La canzone, scritta e musicata da Nino Grasso, è cantata dalla grande Nilla Pizzi e si intitola "Notte a Vibo Marina". Una grande promozione per la Vibo Valentia Marina di quei tempi, una splendida cittadina affacciata sul mare con il Pennello, un quartiere reso famoso dalla canzone e dalla bellezza naturale del luogo, con una lunga lingua di sabbia bianca, una spiaggia rinomata contornata da chioschi e piccoli bar frequentati dai tanti vip che arrivavano a Vibo Valentia, Pizzo e Tropea. Nilla Pizzi cantava e decantava proprio le bellezze di Vibo Marina.Vibo con il suo Festival della Canzone Italiana era al centro dell'interesse delle grandi case discografiche. Il festival di Vibo era importante e rinomato quanto quello di Sanremo. La canzone “Notte a Vibo Marina” di Nino Grasso ebbe come interprete, oltre a Nilla Pizzi, anche la cantante Maria Luisa Pisan, che si presentò alla seconda edizione del Festival di Vibo Valentia indossando un costume tradizionale tirolese e vinse il secondo posto assoluto. Grasso partecipò al Festival dal ‘53 al ‘62, e nell’edizione del ‘57, ottenne il primo posto in classifica con la canzone "E poi si fece sera". I cantanti Nilla Pizzi, Gloria Christian, Paolo Sardisco, Luana Sacconi, Carla Boni, Betty Curtis e tanti altri hanno inciso le sue canzoni con la collaborazione di prestigiose orchestre e presso le case discografiche più affermate, dalla R.C.A. alla Polyodr della Siemens, dalla Cetra alla Colombo. Grasso era definito “Vero uomo del Sud” e nella sua vita ebbe talento musicale, sono in molti a ricordare quando, nel 1956,presentò a Messina una fortunatissima commedia musicale con grandissimo successo di pubblico e di critica.

 

 

          

Giovedì 21 marzo 2019 - ore 16.30
COSENZA via Tocci - salone Assindustria

PRESENTAZIONE DEL LIBRO
del prof. Massimo Fragola
L’EUROPA MORTIFICATA
(Giappichelli editore)

interviene il prof. Gaetano Sorcale
docente di Diritto dell’Unione Europea all’UNICAL

 

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          L’AMMIRAGLIO CIPRIOTI e il LUOGOTENENTE DONATO CONSEGNANO IL CALENDARIO STORICO MAURIZIANO 2019 AL DIRETTORE MARITTIMO DELLA CALABRIA E BASILICATA TIRRENICA                                                           

   Reggio di Calabria, 27 FEBBRAIO 2019 –

Il Contrammiraglio Francesco CIPRIOTI Vice Presidente della Sezione “Nastro Verde Calabria“ delegato dal Presidente della Sezione Cav. Domenico Cambareri, unitamente al Segretario della Sezione Luogotenente Matteo DONATO hanno fatto omaggio del “Calendario Storico Mauriziano 2019” al Direttore Marittimo della Calabria e Basilicata Tirrenica Contrammiraglio (C.P.) Giancarlo Russo. 

 

         Sabato 2 marzo presentazione del nuovo volume di Pasquale Barbalace a Nicotera

Il nuovo saggio dello storico Pasquale Barbalace dal titolo “Nicotera dagli albori al XX secolo” verrà presentato al pubblico sabato 2 marzo 2019, alle ore 17.30, presso la Sala Giovanni XXIII della Concattedrale Santa Maria Assunta di Nicotera. L’atteso evento culturaleè organizzato dal Touring Club Italiano, Club di Territorio di Lamezia Terme, con la collaborazione dell’Associazione “Nicotera Nostra” e dell’Associazione Culturale “Proposte”, con il patrocinio del Comune di Nicotera e del Sistema Bibliotecario Vibonese e con la sponsorizzazione di Grafiche Porcelli di Vibo Valentia. Il volume di Pasquale Barbalace,pubblicato dalle Edizioni Book Sprint si avvale della collaborazione di tanti cittadini nicoteresi ed informatori culturali del luogo, per le immagini d’epoca ed alcune notizie inedite ha collaborato il ricercatore Pino Leone; per la traduzione di documenti antichi, Gregorio Piperno e Francesco Barbalace per la rivisitazione e la riorganizzazione dei testi. Per la presentazione del volume, dopo i saluti del presidente dell’Associazione “Nicotera Nostra”, Nicola Di Bella, è previsto un intervento introduttivo di Anna Maria Giofrè, presidente dell’Associazione Culturale Proposte, che modererà i lavori della serata. A seguire sono previsti gli interventi del Console Touring Club Italiano, Giovanni Bianco; di Gilberto Floriani, direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese; del Presidente dell’Associazione Regionale dei Bibliofili Calabresi “G. Barrio”, Domenico Romano Carratelli; e del parroco della Concattedrale Santa Maria Assunta di Nicotera, don Francesco Vardè. Le conclusioni dei lavori del convegno saranno affidate allo stesso autore del volume, Pasquale Barbalace. Un saggio storico, questo di Pasquale Barbalace, che scava in profondità alla ricerca del cuore e dell’anima della città di Nicotera. Nell’oblio del tempo Barbalace “ritrova”, “scopre”,“recupera”testimonianze orali e parole scritte, consulta documenti, libri antichi, archivi, immagini d’epoca, bibliografie e reperti museali, dipinti e fotografie. Dal periodo più antico, da quello pre-ellenico, al più recente XX secolo, un lunghissimopercorso storico, un itinerario nel tempo che passa da certezze, verità ed ancheipotesi e supposizioni. Tante notizie davvero inedite, tante parole e immagini, tanti elementi inediti per conoscere meglio Nicotera, un bellissimo paese della Calabria.
Franco Vallone

          

          

Dal Grand Hotel di Rimini a Vibo Valentia, Ennio Stocco racconta la sua vita da maître d'hôtel di successo


Ennio Stocco, ospite in questi giorni a Vibo Valentia per il congresso internazionale dell’Imahr che si tiene al 501 Hotel, è un personaggio conosciuto in mezzo mondo, è un maître d'hôteldi quelli davvero importanti. Vicepresidente dell’Imahr, raffinato e distinto nei modi, stile impeccabile, riservatezza estrema, Ennio Stocco è una persona che nella sua vita ha sempre lavorato con serietà e discrezione professionale edoggi può raccontare chi sono stati, nel tempo, i suoi interlocutori, tanti Capi di Stato, re e regine, principi e attori, cantanti ed altri vip di ogni genere. Di ognuno conserva un ricordo particolare, una foto, una dedica autografata, una percezione sottile, una frase, tante volte un complimento ricevuto. Il baffo di Ennio Stocco, oggi di colore bianco, in tutti questi anni ha incontrato davvero tanti sguardi famosi.Dalla principessa Diana al cantante lirico Luciano Pavarotti, dal presidente russo Michail Gorbačëval regista Federico Fellini, dal cardiochirurgoChristiaan Barnard… di loroci racconta tanti particolari, i gusti gastronomici e i comportamenti caratterizzati di ognuno.Ennio Stocco è nato nella pianura Padana, a Rovigo, nel 1950, figlio di commercianti laboriosi da generazioni, Stocco iniziò a lavorare giovanissimo presso un hotel molto grande, il Mioni Stazione di Abano Terme, in provincia di Padova, d’inverno faceva la stagione invernale in un Hotel in provincia di Trento, a San Martino di Castrozza. Iniziò successivamente a lavorare a Milano presso l’Hotel Diana e all’Hotel Terminal. Con la stessa brigata di sala e per quattro inverni, Stocco opera poi al Savoy Hotel ed al Casinò di Sanremo dove all’epoca si svolgeva il Festival. Da quell’estate inizia la collaborazione al famoso Grand Hotel di Rimini. Da questa esperienza nasce l’esigenza di approfondire la conoscenza della lingua inglese, prima al Green Park Hotel di Bournemouth poi all’Hotel New Ambassador di Lawnsdaun, tre anni di lavoro e di studio. Di seguito l’inverno a Madonna di Campiglio all’Hotel Zeledria e poi di nuovo al Grand Hotel di Rimini. Un lavoro fatto di collaborazioni in brigata, con il Grand Hotel di Riccione e poi ancora l’Admiral e in tanti altri alberghi importanti ma è al Grand Hotel che ha lavorato per più di trent’anni.Una bellissima storia di lavoro, successi e soddisfazioni personali e sociali. Tanti i premi alla carriera, come professionista dell’anno ed anche il conferimento di Cavaliere della Repubblica Italiana dal presidente Giorgio Napolitano. Il Maître d'hotel dirige il servizio, prende le ordinazioni e mantiene il rapporto con i clienti accertandosi che tutto stia procedendo per il meglio. Possiede una buona cultura generale ed un'ottima padronanza delle lingue straniere. È a stretto contatto con il direttore, con il food and beverage manager, con il sommelier per l'abbinamento dei vini - e con lo chef con cui collabora anche per la compilazione dei menù. Al maître ci si rivolge per richieste particolari, per lamentele o complimenti relativi al servizio; è suo, fra gli altri, il compito di gestire i rapporti tra cucina e sala, ordinazioni di fiori e complementi della sala e istruire la brigata di cucina per eventi, gestire clienti particolari ed organizzare il restante personale a sua disposizione, cura il piacere e la soddisfazione del cliente, dal suo arrivo alla sua uscita.Nei locali più raffinati veste un abbigliamento che si differenzia dal personale di servizio, in genere una giacca nera tipo smoking.
Franco Vallone

           Mingo Prostamo premiato a Milano e Tropea per le sue ricerche

storichesu Briatico e le comunità limitrofe


Domenico (Mingo)Prostamo è un figlio d’arte, suo padre, Alfonso, è stato tra i primi ad occuparsi della storia di Briatico nell’ottica di valorizzare il complesso monumentale di Briatico Vecchio. Mingo Prostamo agli inizi degli anni ’90, trovandosi a Napoli per lavoro, ha ripreso e continuato il lavoro del padre presso l’Archivio di Stato di quella città e a mano a mano che procedeva aumentava la voglia di approfondire le ricerche, di saperne di più. Prostamo si è reso subito conto che, per capire l’importanza di Briatico nel contesto vibonese, occorreva non trascurare la storia delle comunità limitrofe, di Vibo, Pizzo, Mileto, Zungri e Tropea. Da queste ricerche sono scaturite alcune sue interessanti pubblicazioni. Nel 2000 sulla rivista Vibo Provincia, all’interno di una monografia su Briatico Vecchio, Prostamo pubblica la “Storia feudale di Briatico”. Nel gennaio 2001 la proiezione di un filmato su Briatico Vecchio presso i locali della parrocchia. Nel 2002 la pubblicazione di un saggio sulla rivista culturale della Biblioteca Calabrese di Soriano “Rogerius” in cui confluivano le ricerche su “Il SigillumAureum e la fondazione della diocesi di Mileto”. Nel 2010 Mingo Prostamo ha organizzato un convegno sull’attività mutualistica dei marittimi di Pizzo a fine Settecento. Nel 2014 una relazione a Parghelia sulla previdenza in provincia di Vibo durante l’Ancien Regime. Durante la scorsa estate, a Tropea, ha reso pubblico un documento importantissimo sulla “causa che sostennero i tropeani presso il Re di Spagna Filippo III a Madrid contro il principe di Sicilia, cui il Conte di Lemos, allora Viceré di Napoli, aveva venduto Tropea per 191.000 ducati. Il giurista tropeano Luigi Lauro vinse la causa in un punto di diritto e non sborsò un ducato dei 30.000 che gli erano stati messi a disposizione per vincerla a tutti i costi. Per compensarlo delle spese sostenute a Madrid, dal 1611 al 1615, i suoi concittadini chiesero al Viceré di potergli concedere un vitalizio per invogliare altri tropeani a gesti nobili”. Il direttivo dell’associazione Libertas, che organizza da alcuni anni la rievocazione storica il 23 agosto della riacquistata libertà di Tropea dal giogo feudale del Principe Ruffo, in segno di gratitudine per la condivisione di tale testimonianza documentale ha voluto omaggiare Mingo Prostamo con un premio speciale per il contributo offerto per far risplendere la memoria dei fatti rievocati. Inoltre, quest’anno, nel secondo numero della Rivista “Rogerius” verrà pubblicato un suo saggio dal titolo “La Calabria agli inizi del Seicento nelle Memorie di Miguel de Castro che è stato il motivo per cui Prostamo si è recato a Madrid. La testimonianza di questo soldato spagnolo del 1608 è la più antica relazione sulla Calabria scritta da uno straniero. Intanto recentemente Mingo Prostamo è stato invitato a Milano dall’Associazione Culturale “Briatico nel Mondo”, presieduta da Angelo Melluso, per ritirare un riconoscimento “per le sue costanti ricerche sulla storia di Briatico e le comunità limitrofe”.
Franco Vallone

        

Dieta Mediterranea
A Nicotera un pannello esterno per ricordare i luoghi della ricerca


A Nicotera è stato recentemente affisso sulla parete esterna del piano terra della casa Iannello, sita in Via Luigi Razza,un pannello rievocativo della ricerca condotta negli anni 57/60 da A. Keys, White, Kimura, Puddu, Del Vecchio,Fidanza, Cotrone, Kagan, Karvonen, ecc., sulle abitudini alimentari della popolazione nicoterese.Il pannello esterno, installatocon la partecipazione dell’Associazione Culturale Proposte di Nicotera, nei suoi contenuti testuali è stato curato dal prof. Pasquale Barbalace, mentrela parte iconografica, con foto d’epoca, è stata curata dal ricercatore Pino Leone.I vari fotogrammi assemblati sul pannello danno oggi una chiara cronologia del lavoro svolto, sia nell’ambulatorio che all’esterno, presso i tanti rioni del paese. Ci guida il prof. Barbalace che racconta i contenuti dei diversi fotogrammi del pannello: “all’epoca Keys era il più illustre epidemiologo del secolo, White  era tra l’altro un famoso cardiologo e medico personale del presidente degli USA Eisenhower, il quale finanziò la spedizione in Italia ed in Grecia, composta da Kimura, cardiologo giapponese, da Flaminio  Fidanza che condusse il rilevamento dei consumi con il metodo della doppia pesata, dal nicoterese Del Vecchio, che guidò lo staff, da Margheret Keys, Cotrone, Kagan che esaminano alcuni reperti”; In un’altra foto scattata all’esterno “White visita a domicilio un cardiopatico” ed infine  “l’annuncio dei risultati pubblicati da Keys nella sala del Jolly Hotel di Gioia Tauro”.“L’indagine –racconta oggi Pasquale Barbalace - fu condotta su un campione di 607 soggetti con particolare riguardo alla cardiopatia ischemica, all’ipertensione, ai livelli di colesterolo, di glicemia ed all’obesità. Venne raggiunta la copertura del 95% del campione e furono selezionate 35 persone risultate dal punto di vista cardiovascolare perfette. La ricerca fu estesa anche alle loro relative famiglie. A Nicotera, all’epoca, furono segnalati 4 casi di infarto del miocardio (non diagnosticati), mentre colesterolemia, glicemia, ipertensione ed obesità furono raramente riscontrabili. Il rilevamento scientificamente fu condotto con il metodo della doppia pesata per sette giorni e per tre diversi periodi dell’anno, per gli anni 57/60”. Quella dieta praticata dalle famiglie nicoteresi che sembrava parca era la dieta della salute, teneva lontane le malattie cronico-degenerative. Scientificamente la nostra dieta presentava le caratteristiche: “di una dieta moderata in cui alcuni alimenti caratteristici dell’area mediterranea quali: olio d’oliva, legumi, cereali, ortaggi di stagione, pesce, limitatamente carne, uova, formaggi e un quartino di vino rosso, occupavano sapientemente un posto preminente nel rispetto dell’adeguatezza energetica, sia come apporto che come dispendio “. La tabella riassuntiva resta ancora valida tant’èche la Dieta di Nicotera è considerata: “Dieta Mediterranea italiana di riferimento,ossia di misura e confronto con tutte le altre diete”. Qui da noi si formò lo studio delle coorti dei sette paesi (Seven Countries Stady) –conclude Barbalace- che ha registrato i seguenti dati: le coorti dei paesi europei (Finlandia,Slavonia, Velica Krsna, ex Jugoslavia, ecc…. al 25° anno presentavano un tasso elevato di mortalità (1947/10.000),mentre i paesi dell’area mediterranea (Italia, Grecia, Dalmazia ecc. presentavano un tasso dimezzato (978/10.000). Pertanto si dedusse che nelle aeree mediterranee erano consumati i prodotti già suddetti, mentre le nelle aree nordiche venivano consumati a dismisura carne, uova, grassi animali, bevande alcoliche e superalcoliche, assunte anche fuori pasto”.
Franco Vallone

Foto - Pino Leone, Pasquale Barbalace, Annamaria Giofre'

 

          

 

 

          

          

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